Francesca Lagioia è Part-time Professor allo European University Institute di Firenze e Senior Assistant Professor all’Università di Bologna, dove insegna Ethics for AI; AI, Law and Society and ICT Law. Si occupa dei problemi etico-giuridici dell’intelligenza artificiale, di metodi computabili del ragionamento giuridico, e di costruire sistemi di intelligenza artificiale capaci di identificare violazioni commesse da esseri umani o altri sistemi di IA. Pubblica su questi temi in prestigiose riviste internazionali. È stata Max Weber Fellow e ha un dottorato di ricerca in Law, Science and Technologies. È membro di numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali. Attualmente, è a capo del progetto EQUAL (EQUitable Algorithms) – volto a creare modelli di Intelligenza Artificiale capaci di identificare istanze di discriminazione commesse da altri sistemi.
mercoledì 30 ottobre
SD Factory via Brigata Reggio 29 – Reggio Emilia
ore 21
L’ordine dell’errore
Il cinema di Liliana Cavani
di Nicola Bassano
Nota per il suo coraggio nell’affrontare tematiche complesse e controverse, spesso considerate tabù, e per la capacità di indagare le complessità delle cose attraverso un punto di vista inedito che sovverte i modelli tradizionali, Liliana Cavani ha segnato profondamente la storia del cinema dagli anni ‘60 ai giorni nostri. Il suo cinema è caratterizzato da una profonda indagine psicologica dei personaggi e da una lucida analisi dei rapporti di potere, con una particolare attenzione alle dinamiche sessuali, sociali e religiose. Tra i suoi film più noti, I cannibali (1970), Il portiere di notte (1974), Francesco (1989) e La pelle (1981), che incarnano il suo stile unico e la sua capacità di esplorare l’animo umano con una sensibilità fuori dal comune. Uno degli aspetti più distintivi del cinema di Cavani è l’uso della trasgressione come strumento di analisi. Il portiere di notte, ad esempio, ha sollevato numerose polemiche per la rappresentazione di una relazione sadomasochistica tra un’ex prigioniera ebrea e il suo ex carceriere nazista. Con questo film, Cavani non si limita a raccontare una storia d’amore, ma piuttosto a svelare come i traumi del passato continuino a influenzare e modellare le vite dei protagonisti. La pellicola esplora i confini tra vittima e carnefice, mettendo in discussione la possibilità di redenzione e le sfumature della natura umana. Questa inclinazione alla provocazione è sempre presente nel suo lavoro, che si propone di sfidare lo spettatore e di stimolare una riflessione critica. Cavani mostra un forte interesse per le figure storiche e religiose, spesso utilizzate come metafore per esplorare temi universali. Con Francesco d’Assisi, miniserie televisiva in due puntate del 1966, interpretato magistralmente da Lou Castel (volto convincente della precontestazione) la regista presenta la figura di San Francesco d’Assisi non solo come santo, ma come un uomo con dubbi e tormenti interiori, dando una lettura laica e moderna del personaggio. L’atteggiamento della regista qui è esplicitamente antiagiografico, prediligendo invece la commistione di una componente storicistica e una religiosa, con l’intento di richiamare la purezza cristiana primitiva. Attraverso Francesco, Cavani esplora la tensione tra spirito e corpo, tra povertà e potere, riflettendo anche sul significato della fede. La sua rappresentazione non è convenzionale; cerca piuttosto di umanizzare la figura del santo, rendendolo più accessibile al pubblico e mettendolo in relazione con il contesto storico e culturale dell’epoca. Successivamente, con Galileo (1968), L’ospite (1971), Milarepa (1973) e il già citato Il portiere di notte (1974) Liliana Cavani ha saputo costruire una dialettica personale, espressione lucida e tangibile della propria fede religiosa e politica. Un altro tratto distintivo del suo cinema è la messa in scena della violenza in modo crudo e realistico, non per glorificarla, ma per evidenziare la brutalità e l’assurdità della condizione umana. In La pelle, basato sul romanzo di Curzio Malaparte, la regista affronta la devastazione della Seconda Guerra Mondiale, esponendo la degradazione morale e fisica dei personaggi che lottano per sopravvivere. Cavani non risparmia lo spettatore, costringendolo a confrontarsi con scene di dolore e sofferenza che rappresentano il collasso dell’etica e della dignità umana di fronte alla guerra. Nei suoi film, la regista carpigiana, ha sempre invitato lo spettatore a riflettere sulle contraddizioni che definiscono l’essere umano e sull’importanza di riconoscere la nostra capacità di autoinganno. Il suo cinema, ancora oggi, è un invito a guardare dentro noi stessi, a confrontarci con le nostre ombre, in un percorso che è al tempo stesso artistico e filosofico. Sempre alla ricerca del mito e della mitologia oltre la leggenda, Cavani affronta la narrazione dei suoi personaggi togliendosi volontariamente dall’aspetto romanzesco e favolistico della storia, privilegiando le potenzialità documentaristiche e realistiche del linguaggio cinematografico. La purezza di questo processo artistico non rifugge, però, la prospettiva allucinatoria e talvolta visionaria dell’esistenza, proponendo incursioni nel surreale e nella dimensione onirica (vedi I cannibali). Il suo sforzo è quello di proporre continuamente interrogativi, non preoccupandosi della forza divisiva di questo approccio. Il suo sguardo libero e demistificatore, infatti, è il frutto di una concezione della realtà incapace di adattarsi ai manicheismi imposti dalla società. Il suo ultimo film, L’ordine del tempo (2023), realizzato a ventun anni da Il gioco di Ripley (2002), è tratto dall’omonimo saggio del fisico Carlo Rovelli, che esamina la natura del tempo da più punti di vista all’interno dell’evoluzione del pensiero scientifico.
La componente filosofica, qui, si mescola alla dimensione meditativa e spirituale, da sempre tratto distintivo dell’opera della regista. A tratti claustrofobico, grazie a una impostazione quasi teatrale, il film analizza la deriva di una classe sociale, che reagisce alla fine imminente del mondo, richiudendosi in sé stessa alla ricerca della redenzione da tutti i peccati. Una riflessione dolce-amara sulla miseria della borghesia in cui ogni personaggio con il suo personale trauma o il proprio dramma irrisolto ha perso il coraggio di essere sé stesso. In definitiva, il cinema di Liliana Cavani si distingue per la sua capacità di scuotere le coscienze, di sfidare i pregiudizi e di esplorare i lati oscuri della condizione umana. Attraverso l’uso della provocazione e di un’estetica rigorosa, Cavani riesce a rendere ogni suo film un’esperienza intellettuale e sensoriale che invita lo spettatore a riflettere sulla propria posizione rispetto ai temi della memoria, del potere e della spiritualità. La sua filmografia continua a essere un punto di riferimento per il cinema d’autore italiano e internazionale, dimostrando che l’arte può essere uno strumento potente per interrogare e comprendere le complessità della vita.
lunedì 4 novembre
Multisala Novecento – via del Cristo 5 – Cavriago (RE)
ore 21
Vanessa Roghi è una storica e ricercatrice indipendente. Bodini Fellow presso l’Italian Academy della Columbia University (2020-2021), studia la storia della cultura e dell’educazione, Per Laterza ha pubblicato La lettera sovversiva. Da don Milani a De Mauro, il potere delle parole (2017), Piccola città. Una storia comune di eroina (2018) e Lezioni di Fantastica. Storia di Gianni Rodari (2020), Il passero coraggioso. Cipì, Mario Lodi e la scuola democratica. Per Sellerio (2023): Un libro d’oro e d’argento. Intorno alla Grammatica della fantasia di Gianni Rodari. Per Mondadori ha scritto Eroina. Dieci storie italiane (2022) e in uscita La parola femminista. Una storia personale e politica (2024).
martedì 5 novembre
Multisala Novecento – via del Cristo 5 – Cavriago (RE)
ore 21
Vera Gheno, sociolinguista, ha collaborato per 20 anni con l’Accademia della Crusca. Dopo 18 anni da contrattista in vari atenei, da fine 2021 è ricercatrice a tempo determinato di tipo A all’Università di Firenze. Ad aprile 2024 è uscito Grammamanti. Immaginare futuri con le parole, per Einaudi, la sua sedicesima monografia. Conduce, per Il Post, il podcast Amare Parole. Si occupa prevalentemente di comunicazione digitale, questioni di genere, diversità, equità e inclusione.
martedì 5 novembre
Multisala Novecento – via del Cristo 5 – Cavriago (RE)
ore 21
Donata Columbro è giornalista, divulgatrice e scrittrice. Per il suo modo accessibile e inclusivo di divulgare la cultura dei dati è stata definita una “data humanizer”. Collabora con diverse testate tra cui «SkyTG24», «L’Indiscreto», «Internazionale» e «La Stampa», per cui cura la rubrica Data Storie. È docente a contratto per l’università Iulm di Milano e per l’università della Svizzera Italiana a Lugano.
Insegna data journalism al Master di giornalismo di LUISS e tiene un corso di Data Storytelling per la Scuola Holden. Ogni mercoledì pubblica una newsletter su dati, algoritmi e tecnologia. È autrice dei libri Ti Spiego il Dato (Quinto Quarto 2021), Dentro l’Algoritmo (effequ 2022) e Quando i dati discriminano (Il Margine 2024).
mercoledì 6 novembre
Multisala Novecento – via del Cristo 5 – Cavriago (RE)
ore 21
Il Collettivo Frame è formato da
Riccardo Giberti, Francesco Scaffardi, Francesco Pifferi, Alessio Gentile, Pietro Fontanesi, Paolo Beltrami, Biagio Iacolare.
mercoledì 30 ottobre
SD Factory – via Brigata Reggio 29 – Reggio Emilia
ore 21
Comunicare il Parmigiano Reggiano
di Vanni Codeluppi
Sociologo, Università di Modena e Reggio Emilia
È noto come il Parmigiano Reggiano sia un formaggio con un elevato livello qualitativo. È il risultato, infatti, dell’impiego di ottime materie prime, notevoli competenze produttive e costanti attenzioni. Proprio per questo ha saputo conquistarsi un posto importante all’interno della tradizione gastronomica italiana. Naturalmente, tutto ciò comporta che sia venduto sul mercato ad un prezzo elevato e di conseguenza, quando lo si comunica, è necessario far comprendere ai consumatori che acquistandolo possono entrare in possesso di un prodotto alimentare dotato di un notevole valore qualitativo. Questa operazione è difficoltosa, però, nei suoi novant’anni di storia, il Parmigiano Reggiano si è rivolto ai consumatori attraverso molteplici messaggi e, utilizzando diversi linguaggi, è riuscito in alcuni casi anche a comunicare la sua qualità.
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano è nato nel 1934 e quando alla metà degli anni Cinquanta le aziende italiane hanno potuto per la prima volta pubblicizzare i propri prodotti in televisione attraverso la trasmissione Carosello, ne ha approfittato anch’esso. La RAI però imponeva alle aziende di sottostare a rigide regole e dunque i filmati di quegli anni sono tipici dello stile di Carosello. Come quelli interpretati dall’autorevole attore Arnoldo Foà, quelli comici con Francesco Mulè o quelli altrettanto divertenti, ma più ludici e rivolti a un pubblico infantile che avevano come protagonisti dei personaggi animati: “I briganti mattacchioni”.
A partire dagli anni Novanta, il Parmigiano Reggiano si è via via adeguato all’evoluzione del linguaggio pubblicitario. Dunque, tra gli spot degli ultimi decenni, spiccano messaggi come quello poetico del 1990 che trasformava una grattugiata di formaggio in una nevicata natalizia, quello del 1993 dove un puntino mancante sulla crosta del formaggio operava come un’efficace metafora dell’elevata attenzione riservata alla ricerca della qualità del prodotto, quello paradossale del 2001 in cui una mucca veniva rifiutata perché non era all’altezza degli elevati standard di qualità ritenuti necessari e, infine, quello del 2017 in cui una tipica situazione famigliare basata su dei malintesi consentiva ancora una volta di valorizzare la qualità del Parmigiano Reggiano. Insomma, questo formaggio è riuscito in alcuni casi a comunicare la sua particolare identità attraverso messaggi efficaci e in grado anche di coinvolgere emotivamente i consumatori.
sabato 9 novembre
Teatro San Prospero – via Guidelli 5 – Reggio Emilia
ore 17
Lorenza Ghinelli ha scritto diversi romanzi tra cui Il Divoratore (venduto in vari Paesi e ripubblicato in Universale economica Feltrinelli), La colpa (in cinquina al Premio Strega 2012), Con i tuoi occhi, Almeno il cane è un tipo a posto (vincitore del Premio Minerva ragazzi e pubblicato in Francia per le Editions Thierry Magnier).
Tracce dal silenzio (finalista al Premio Scerbanenco) è il primo romanzo della trilogia Le visioni di Nina a cui fa seguito Bunny Boy, vincitore del Premio Glauco Felici e Ballata per Nina. La trilogia è interamente disponibile in Universale Economica Feltrinelli.
La stirpe e il sangue, illustrato da Darkam, è stato pubblicato da Bompiani nel 2022.
Diversi suoi racconti sono presenti in antologie pubblicate da Guanda, Bompiani, Elliot, Newton Compton, Il Castoro, CTRL, Solferino.
È stata editor interna, soggettista e sceneggiatrice per la televisione.
Da oltre tredici anni insegna tecniche della narrazione alla Scuola Holden di Torino. Come Writing Coach ha seguito diverse persone nella strutturazione di idee e romanzi poi pubblicati da prestigiose case editrici italiane e straniere. Dal 2021 fa parte del corpo docenti di Academy (Laurea in Scrittura e Contemporary Humanities). Dal 2023 dirige Daimon, il Master biennale della Scuola Holden.
Le competenze artistiche e quelle accademiche (Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione, Master Holden in tecniche della narrazione e successivo Corso di perfezionamento in Narrative Medicine) l’hanno portata a volersi formare presso la Scuola triennale di Counsel Coaching breve Strategico professionale di Cristina Nardone, diventando Professional Counsel Coach regolarmente iscritta all’ICCF (International Counsel Coach Federation).
Orgogliosa di fare parte di Nardone Group, si impegna a supportare le persone nel raggiungimento dei propri obiettivi di vita.
sabato 9 novembre
Teatro San Prospero – via Guidelli 5 – Reggio Emilia
ore 16
L’incredibile marea – CONCERTO
La poetica di Miyazaki: dall’errore alla redenzione
Con Fabio Bortesi voce, Duo Psiche flauto e arpa
In due opere iconiche del maestro Miyazaki, Conan il ragazzo del futuro e Nausicaa della valle del vento, sono presenti delle ambientazioni post-apocalittiche, futuri distopici in cui la razza umana deve fare i conti con gli errori del passato: lo sfruttamento delle risorse, delle fonti di energia e i conflitti tra le nazioni.
In questo contesto Miyazaki, come molti altri mangaka della sua generazione, si fa testimone della tragedia nucleare di Nagasaki e Hiroshima. Affinché non se ne perda memoria occorre testimoniare e farsi custodi di un passato recente che deve fungere da monito per il futuro. Tuttavia in Miyazaki non è mai presente una denuncia esplicita dell’utilizzo dell’energia nucleare che diventa abomino solo quando è usata con le intenzioni sbagliate quando, per un errore di valutazione indotto dalla cupidigia e dalla brama di potere, viene trasformata in un’arma di distruzione.
In Nausicaa delle Valle del vento, l’errore dei superstiti è quello di ritenere che sia la tossicità della foresta ad ammorbare l’aria rendendo impossibile la vita della specie umana. Mentre in realtà è la Natura, nella sua incessante capacità di autoguarigione, che sta cercando di risanare se stessa e tutto l’ecosistema della Valle.
Nuovamente è l’uomo, nell’ergersi a specie superiore, a rendersi cieco davanti alle conseguenze delle proprie azioni.
Anche in Laputa, il castello nel cielo troveremo memoria di una civiltà antica, similmente al mito di Atlantide, capace di sviluppare una tecnologia bellica in grado di distruggere continenti e di far volare un’intera cittadella. L’ingegno umano e la sua capacità di immaginare e sviluppare le tecnologie più avanzate, sono al contempo minati dall’incapacità dell’uomo stesso di saper scegliere come applicare le proprie conquiste per il bene comune, cedendo al
desiderio di sopraffazione e dominio sugli altri esseri viventi e sulla natura.
È proprio questo desiderio che ne La principessa Mononoke, spinge gli uomini a voler distruggere la foresta per sfruttarne le risorse naturali, incuranti della rottura del rapporto uomo/natura su cui si basa la sopravvivenza stessa del pianeta.
Gli esseri umani sembrano destinati a commettere sempre gli stessi errori.
Il giudizio di Miyazaki sugli adulti sembra essere perentorio quando afferma “Ho ben presente quanto inesauribili siano la cattiveria e l’inettitudine. Perciò (…) mi sono detto di non voler creare dei film con questi aspetti dell’essere umano. Se mi rivolgessi a degli adulti sarebbe già diverso: in quel caso realizzerei dei film che sottolineino il fatto che non abbiamo diritto di stare al mondo (…) I bambini hanno delle speranze (…) perciò rivolgersi a loro ha ancora un valore”.
Miyazaki è consapevole degli errori di una intera generazione ma non si abbandona ad un sentimento di pessimismo e, assegnando ai giovani eroi protagonisti delle sue opere il compito di redimerci, ammonisce l’umanità intera dei propri errori.
Fabio Bortesi – Voce
Fabio Bortesi proviene da una famiglia che da tre generazioni si occupa di piante officinali e piante commestibili. Appassionato di erbe spontanee, mitologia, antropologia e fiabe, tiene corsi, conferenze e laboratori.
Duo Psiche – Flauto e Arpa
Il Duo Psiche, formato da Agatha Bocedi all’arpa e Valentina Bernardi al flauto, nasce nel 2020 e ha all’attivo quattro anni di attività concertistica in tutta Italia e all’estero. Le musiciste, entrambe reggiane, si sono laureate al Conservatorio di Parma, conseguendo poi in Duo la laurea in musica da camera con il massimo dei voti e la Lode.
Si sono esibite in location prestigiose come Palazzo del Governatore di Parma, Reggia di Rivalta, Museo Bossi Bocchi, Chiostri di
S.Pietro, Forum Monzani, Basilica di S. Lucia a Siracusa.
Hanno preso parte a famose rassegne musicali come l’Emilia Romagna Festival, il Festival Verdi di Parma, Indaco 2023, Notti di Note di Sacerno, Note per Santa Lucia. Hanno vinto vari premi a concorsi internazionali, tra cui il secondo premio al Concorso Internazionale di Saluzzo “Suoni d’Arpa”.
Eseguono un vasto repertorio che spazia dalla musica Barocca fino alla musica moderna, musica celtica e loro composizioni e arrangiamenti per il Duo.
sabato 9 novembre
Teatro San Prospero – via Guidelli 5 – Reggio Emilia
ore 19
Bloopers
Errori, incidenti e curiosità nel mondo della celluloide
Un concerto di Hi, Movies!
Nicola Briganti voce e chitarra
Marco Camorani chitarra
Stefano Rampino batteria
Pierpaolo Cocconi basso
Cosa è successo a Brandon Lee ne Il Corvo? E sul set di Apocalypse Now? Lo sapevate che Michael J. Fox non è stato il primo Marty McFly?
La versione finale di un film non corrisponde quasi mai alla visione originale di un regista.
Nella lavorazione accadono diversi imprevisti che portano a radicali cambiamenti, soluzioni geniali oppure a madornali errori. Gli errori nel cinema sono numerosi, una volta venivano semplicemente eliminati oppure inconsapevolmente rimanevano impressi nelle pellicole.
C’è stato un momento in cui gli errori diventavano dei divertenti inserti sui titoli di coda. Da un errore possono nascere scene memorabili. L’Errore può essere il fulcro narrativo di una storia. La Guerra è rappresentata il più delle volte come un grande errore. “Bloopers” è uno spettacolo musicale condito da uno storytelling che spazia dalla commedia al dramma, dall’azione al film d’autore sulle note dei brani rock delle colonne sonore dei film.
venerdì 8 novembre
Teatro San Prospero – via Guidelli 5 – Reggio Emilia
ore 19
Arianna Lerussi (Udine, 1986), è un’artista visiva, laureata al DAMS di Bologna e diplomata successivamente in Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua passione per la fotografia non si limita alla composizione delle immagini, ma si estende anche al modo in cui queste vengono osservate e comprese, mettendo in luce la dimensione personale e soggettiva dello sguardo. Tra i suoi progetti più significativi: Bellemilia, un viaggio fotografico attraverso la provincia emiliana, esplorando non-luoghi e paesaggi anonimi con uno sguardo malinconico; e Altrove, un diario visivo dei giorni del lockdown, che mescola immagini digitali e analogiche e testi per esplorare il tema della solitudine e dell’assenza durante il periodo di isolamento forzato. Arianna porta il suo sguardo in un mondo meta-narrativo, dove ogni immagine riflette un ordine primordiale, capace di attribuire significato anche ai minimi dettagli. Nel suo universo, che va ben oltre l’ovvio, Arianna ti porta con estrema semplicità tra i vari strati di senso di ogni foto; dove si cammina bene senza inciampi, rincorrendo significati per coglierne l’effetto nascosto.
Everything
Quando fotografiamo cerchiamo qualcosa, ma può capitare anche che troviamo qualcosa d’altro, di differente e che quest’altro infine si riveli più interessante di ciò che stavamo cercando prima. Everything, mediante uno degli errori fotografici più comuni, vuole spostare l’attenzione su qualcosa di diverso, un dettaglio, un particolare che non avevamo considerato e che ci pare parte fondamentale della storia. Everything si chiama così perché sono convinta che ogni cosa nasconda una storia degna.
mostra
Mat.lab – via San Filippo 27 – Reggio Emilia
Everything
Mostra fotografica di Arianna Lerussi
A cura di Maurizio Mantovi
aperta fino a domenica 10 novembre
Matteo Messori (Reggio Emilia,1993) conclude gli studi Accademici all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2019 in pittura e arti visive.Tra il 2017 e il 2019 a l’opportunità di partecipare al progetto Mestiere delle Arti indetto dal G.A.E.R. Dal 2020 è rappresentato da Galleria Ramo(CO). Tra le ultime mostre e progetti recenti tra il 2023/24: Mostra personale dal titolo “Ikigai” presso Hub Plus People (MI) a cura di Ilaria Sponda. “Ouro Liuquido” presso il Centro Cultural Correios a Rio De Janeiro a cura di Juliana Curvellano. Nel 2022: Mostra Personale BORO presso Miori Showroom (MI)organizzata da State Of in collaborazione con Galleria Ramo e Atelier Floriana accompagnata dal testo critico di Rossella Farinotti. Mentre a Como nel 2021 con la mostra Ritual Acts esposta a Galleria Ramo partecipa a una Bipersonale con l’artista americano Dave Swansen, accompagnata dal testo critico di Lorenzo Madaro. Nel 2022 Partecipa alla residenza “Lios Labs” nel deserto della Bledowska (PL) indetta dall’associazione On Earth Foundaja. Infine nel 2020 viene selezionato per il progetto di Residenza IMPRONTE presso la Fondazione Raccolta Lercaro (BO), progetto a cura di Francesca Passerini, Claudio Musso e Laura Rositani. Tra i premi vinti: Premio Combat Prize Vincitore Sezione Pittura 2022.
Targa Zavattini 2024
La Targa Zavattini 2024 è attribuita a Liliana Cavani, che si è distinta con il suo cinema per l’attenzione e lo sguardo.
La scultura è stata realizzata dall’artista Matteo Messori in collaborazione con Amaaro! ovvero Claudia Torricelli e Martino Pompili.
Lo scultore ha voluto ricordare l’infanzia di Liliana Cavani e i momenti in cui la madre avviava e influenzava la sua passione per il cinema.
Ricordare da dove è partito tutto rinnovando la forza che dà origine a tutto.
lunedì 4 novembre
Multisala Novecento – via del Cristo 5 – Cavriago (RE)
ore 21
Nicola si occupa, all’interno di un importante istituto bancario nazionale, di comunicazione e social media, con focus nell’analisi di trend, dati e conversazioni sul web e social.
Quando non è sul web ad analizzare kpi e trend o a creare campagne social, si avventura a capofitto in nuovi progetti di innovazione digitale e sociale.
Nel 2015 ho fondato assieme ad un team di innovatori reggiani Impact Hub Reggio Emilia, spazio di innovazione e coworking reggiano.
Oggi assieme alla community Digital Freaks, si chiede come il digitale stia cambiando le nostre vite, ospitando talk, laboratori e workshop che affrontano questo tema da ogni sua sfaccettatura, non smettendo mai di sporcarsi le mani.
In sintesi gli piace fare accadere cose, dentro e fuori dal web.
Digital Freaks
La community Digital Freaks vuole mettere a disposizione della città competenze innovative e digitali creando inclusione e sviluppo di servizi digitali.
Tra le attività proposte vi sono iniziative di assistenza digitale, erogazione di servizi a partire da bisogni rilevati nel territorio e corsi di educazione al digitale.
Il progetto nasce dall’idea che digitale stia cambiando le nostre vite e che non sia più “facoltativo” conoscere potenziali e rischi.
Occorre incentivare quindi una cultura digitale diffusa, lavorando su diversi fronti:
COMPETENZE – imparare ad usare la tecnologia
CONSAPEVOLEZZA – imparare ad usarla bene (media education)
HARDWARE – aumentare l’accesso alla tecnologia
cosa fa?
Talks ed eventi: incontri con autori e professionisti del mondo digitale per informare la cittadinanza e favorire l’apprendimento peer-to-peer insieme ai membri della community.
Educazione al digitale: workshop e attività laboratoriali per conoscere rischi e potenzialità dell’ecosistema digitale, imparare e sperimentare nuove competenze, specializzarsi ed aggiornarsi , con particolare attenzione alle persone fragili.
Servizi digitali: supporto alle realtà locali nella trasformazione digitale,
percorsi di capacity building per scuole, amministrazioni pubbliche e enti del terzo settore su comunicazione social e digital.
mercoledì 6 novembre
Multisala Novecento – via del Cristo 5 – Cavriago (RE)
ore 21
Pluripremiato regista di video con sede a Berlino, in Germania. Tratta il video come una coreografia, componendo e disponendo le immagini in modo ritmico, a complemento della musica e del suono. Attratto dalla sperimentazione e dal non convenzionale, utilizza una varietà di tecniche nel suo lavoro, combinando l’animazione astratta e i media misti con filmati in azione dal vivo. Insignito di numerosi premi, tra cui il Cinedans Dioraphte Jury Award e il Promax Award in Gold, i suoi film sono rinomati per lo stile pittoresco e la musicalità. Ad oggi, ha lavorato con marchi come Adobe, Samsung, Huawei, Microsoft, Daimler, Real Madrid, Universal Music, Warner Music, Berliner Philharmoniker, Arte e molti altri. Nel tempo libero Boris ama suonare, andare al cinema e scattare fotografie, oltre a condividere queste esperienze con le sue figlie.
domenica 10 novembre
Teatro San Prospero – via Guidelli 5 – Reggio Emilia
ore 19
La creatività dell’errore
a cura di Annalisa Califano e Marco Zanichelli
con Silvia Moretti, Luca Giovanardi, Sandro Natalini, Arianna Lerussi, Silvia Invidia
La creazione artistica procede per esperimenti, intuizioni, visioni che inseguono il pensiero laterale… e talvolta anche per errori!
L’errore è in grado di aprire nuove strade e indicare nuovi percorsi espressivi, diviene un vero e proprio approccio creativo.
Ciò attraversa tutte le arti, dal cinema, alla musica, alle arti visive.
L’errore e la predilezione per lo “sbagliato” possono trasformarsi in metodo e divenire strumento per abbattere canoni espressivi consolidati e creare nuove estetiche.
Si potrebbe quasi dire “Errata no corrige”.
domenica 10 novembre
Teatro San Prospero – via Guidelli 5 – Reggio Emilia
ore 9.30
Autrice, regista, sceneggiatrice, fotografa e docente di scrittura.
Nel 2019 riceve il premio FEDIC come “Autrice Emergente”. Nel 2020 vince il bando Film Commission Sardegna con la sceneggiatura del lungometraggio L’ultima linea delle cose diretto dal regista Enrico Pau attualmente in produzione. Nel 2021 è vincitrice assegnataria del contributo selettivo mibact per la scrittura della serie tv Tre.
Come regista ha scritto e diretto nel 2018 il film breve [a-live]; nel 2020 scrive e dirige il film breve Mezzagiornata; nel 2023 produce e dirige il documentario lungometraggio Fuck feminists – voci femministe nel mondo della street art che vince Miglior Documentario Italiano al festival DocuDonna.
Sempre nel 2023 esce il libro La poésie est là où on ne l’attend pas, una raccolta di testi e immagini poetiche scattate in oltre 20 paesi del mondo.
domenica 10 novembre
Teatro San Prospero – via Guidelli 5 – Reggio Emilia
ore 21
È nato e vive a Reggio Emilia, dove lavora.
Dal 2009 gestisce lo studio “505”, con cui si occupa di ideazione, produzione e post-produzione video. Il suo film d’esordio, I giorni della vendemmia, è stato selezionato in più di 40 festival internazionali e ha vinto diversi premi. Il lungometraggio ha ricevuto l’interesse culturale del MiC e il riconoscimento di film d’essai da parte della Fice. La sua seconda opera, Il vento soffia dove vuole, è stata presentata lo scorso anno in concorso al Karlovy Vary International Film Festival, considerato il festival più autorevole dell’Europa centrale e orientale. Il film è stato riconosciuto come film d’autore dal Ministero della Cultura e, tra gli altri riconoscimenti, è stato selezionato nei festival internazionali di Thessaloniki e Mannheim-Heidelberg. È stato distribuito in Italia a febbraio di quest’anno.
domenica 10 novembre
Teatro San Prospero – via Guidelli 5 – Reggio Emilia
ore 21
Produttrice e regista di animazione svizzera. Laureata nel 2008 in Animazione, ha lavorato per 15 anni nell’industria europea dell’animazione come direttore di produzione, animatrice e modellatrice di marionette per lungometraggi, serie televisive e web. Tra i progetti realizzati figurano lungometraggi in stop motion di Wes Anderson e Tim Burton, la famosa serie di Cartoon Network vincitrice del BAFTA The Amazing World of Gumball e la serie di Youtube Talking Tom and Friends. Nel 2016 ha fondato la sua società di produzione in Svizzera dove crea cortometraggi di animazione come produttrice e regista con un profondo background nell’animazione e un cuore per l’arte e il mestiere della narrazione visiva. Ursula Ulmi partecipa regolarmente a diversi festival cinematografici come curatrice, project manager e programmatrice e come docente presso scuole di animazione e università con la passione per la promozione e il sostegno dei giovani talenti.
Regista, illustratore, animatore e autore.
Ha lavorato per la televisione: Real Time, Italia1, la 7, Mtv e Sky. Nel campo della pubblicità ha collaborato alla realizzazione di spot animati di Saatchi & Saatchi e Pirella. Ha realizzato 2 cortometraggi Tempo di cottura e Uomo del meteo per SKY, in concorso al Festival Internazionale d’Animazione d’Annecy.
Selezionata dalla Taschen tra i 200 illustratori per Illustration now. Sotto lo pseudonimo di “Delicatessen” ha creato copertine per Sperling&Kupfer, Piemme e Mondadori. Ha lavorato per Cosmopolitan, New York Times e Vogue Japan. Come illustratrice di libri per bambini ha pubblicato per Mondadori e Giunti. Come autore ha scritto Chissadove, Morsicotti, Cucu e Le scarpe della volpe, ZOOlibri.
Ha realizzato 5 video musicali per lo Zecchino D’oro e diversi explained video per la Comunità Europea.
Attualmente come autore e illustratore sta realizzando una serie di libri di divulgazione sulla storia del colore per L’Editoriale Scienza.
Dirigente scolastico dell’I.C. A. Manzoni di Reggio Emilia, PHD in Scienze Umane, con una tesi in Didattica della fisica, presso il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia e un Master in Organization and Management of Multicultural School Institutions presso Alma Mater, Bologna Il progetto di ricerca relativo all’educazione scientifica, studia un curricolo verticale di scienze basato sulla narrazione e l’uso della metafora, sviluppato in continuità, dalla scuola dell’Infanzia alla secondaria di primo grado. I suoi ulteriori campi di interesse vanno dalla didattica generale alla didattica innovativa. Cultore di Materia di Didattica Generale presso Unimore, svolge attività di didattica integrativa presso l’ateneo. Si occupa di formazione docenti sulla didattica inclusiva ed è formatore nazionale AID (Associazione Italiana Dislessia). Collabora col centro di ricerca “Metaphor and Narrative in Science” ed è membro di ATEE, Association for Teacher Education in Europe.
Critica cinematografica, iscritta al SNCCI e pubblicista, lavora presso la Cineteca di Bologna. Ha curato monografie di Hou Hsiao-hsien, Marco Bellocchio, Patrice Leconte e Quaderni del Lumière dedicati alla cinematografia iraniana, balcanica, araba e dell’estremo Oriente, in particolare ad autori come Abbas Kiarostami, Emir Kusturica, Edward Yang, Youssef Chahine. Redattrice e collaboratrice di riviste di cinema tra cui Il Ragazzo selvaggio e Primi Piani.
Giornalista, critica cinematografica e televisiva, lavoro prevalentemente per il quotidiano Libertà di Piacenza e per la televisione locale Telelibertà. Esperta di didattica del cinema e dell’audiovisivo
nelle scuole, organizzatrice di festival e di eventi letterari e cinematografici. Fundraiser
Nasce a San Giovanni in Persiceto (BO), città dove vive e risiede. Laureato al DAMS di Bologna. Giornalista pubblicista, dal 2005 scrive di critica cinematografica su riviste non specialistiche di ambito locale. Dal 2013 al 2024 ha ricoperto la carica di segretario nel gruppo Emilia-Romagna e Marche del SNCCI. È uno degli autori del volume su Roberta Torre Uno sguardo famelico (Falsopiano) e come giurato ha preso parte a una decina di festival cinematografici
58’ 50’’ – 2024 Italy
Quali sono le origini e il significato dell’errore umano? Quali sono le conseguenze e i rischi a cui l’essere umano sta andando incontro? Siamo di fronte alla fine dell’umanità? A partire da questi interrogativi sono stati intervistati Francesca Ferrando, filosofa postumana, Giovanni Anceschi, data e AI delivery leader, Vanessa Roghi, pedagogista, Angelo Marino, ingegnere gestionale e Stefano Boni, antropologo.
Le immagini visionarie che accompagnano il film sono state realizzate in mix tra realtà e Intelligenza Artificiale.
REGIA, SCENEGGIATURA, MONTAGGIO, FOTOGRAFIA/DIRECTION, SCRIPT, EDITING, CINEMATOGRAPHY: Collettivo Frame
INTERPRETI/CAST: Francesca Ferrando, Massimo Donà, Vanessa Roghi, Giovanni Anceschi, Stefano Boni
SUPERVISIONE/SUPERVISION:
Alessandro Scillitani
COORDINAMENTO/COORDINATION:
Claudia Nasi, Brisilda Gjashi
RIPRESE AGGIUNTIVE/ ADDITIONAL FILMING: Ida Pellegrino, Anna Luna Di Marzo
MUSICA ORIGINALE/ORIGINAL SCORE: Lorenzo Valdesalici
PRODUZIONE/PRODUCED BY: Comune di Reggio Emilia, Collettivo Frame, SD Factory, Artemide Film
mercoledì 30 ottobre
SD Factory – via Brigata Reggio 29 – Reggio Emilia
ore 21