Premio Giuria Internazionale del Reggio Film Festival 2024
composta da Boris Seewald, Marco Righi e Lorenzo Caravello
Room taken di T.J. O’Grady Peyton (Irlanda, 2023)

Attraverso la messa in scena poetica e silente, l’autore narra l’incontro tra due individui sostanzialmente distanti e in difficoltà. A volte gli errori aprono la strada a soluzioni affascinanti e inaspettate: infatti una serie di circostanze casuali creerà in breve tra i due protagonisti vicinanza e legami.

Premio Giuria Popolare
Room taken di T.J. O’Grady Peyton (Irlanda, 2023)

Premio Giuria Popolare Emilia-Romagna
La cosa più importante di Davide Ghizzoni (Italia, 2024)

Premio Visioni Interculturali
giuria composta da Madi Ouedrago, Greta Tofanelli e Momar Gueye
Room taken di T.J. O’Grady Peyton (Irlanda, 2023)

per aver saputo rappresentare molti dei temi caldi della società contemporanea come il disagio che vivono le fasce considerate più marginali, gli svantaggi della disabilità, la solitudine, l’emergenza abitativa e l’insufficienza dei servizi sociali e aver trasmesso un messaggio di speranza che pone al centro lo scambio spontaneo tra due persone apparentemente sconosciute e fa sì che si crei un’opportunità di condivisione valoriale e spazio-temporale che costruisce coesione sociale e nel tentare di rispondere ai bisogni di entrambi sopperisce ai vuoti lasciati dai servizi pubblici e da una società dell’individualismo.


Menzione speciale a
Monochrome di Cédric Prévpst (Francia 2023)

per aver rappresentato la costruzione di muri, di barriere socio-culturali e di avversione alle diversità in un mondo globale in cui l’utilizzo di nuove tecnologie di comunicazione dovrebbe facilitare gli scambi, ridurre le distanze spazio-temporali e creare nuove occasioni d’incontro, laddove spesso, purtroppo, primeggiano ancora l’individualismo, la prevaricazione e l’ignoranza intesa come inconsapevolezza del prossimo.

Premio Laicità
Circle di Joung Yumi (Corea del Sud 2024)

Nella sua apparente semplicità, Circle lancia diversi spunti di riflessione su tanti argomenti: tra cui l’omologazione, i limiti che vengono imposti o che ci autoponiamo, la mancanza di un pensiero critico e diverso. Ci suggerisce anche che è bello uscire dalle costrizioni: è significativo che il processo di omologazione è autocostrizione si dissolva quando una bimba decide di proseguire sulla sua strada. Forse è nei giovani la speranza di un pensiero critico ormai precluso agli adulti?


Premio UNIMORE
deciso da una giuria composta da studenti del Dipartimento di Comunicazione ed Economia, UNIMORE
Room taken di T.J. O’Grady Peyton (Irlanda, 2023)

Menzione speciale UNIMORE
Komplikasjoner (Complications) di Ivar Aase (Norvegia 2023).

Premio USAC
assegnato dagli studenti di University Studies Aborad Consortium
Room taken di T.J. O’Grady Peyton (Irlanda, 2023)

Abbiamo ritenuto che questo film sia riuscito molto bene a rappresentare il tema del festival: abbiamo osservato molti errori commessi dal protagonista (maschio), il principale dei quali è stato la sua permanenza nella casa di una donna cieca senza che lei ne fosse a conoscenza. Tuttavia, man mano che il film progredisce, si sviluppa una relazione complessa tra l’uomo e la donna, aggiungendo strati e profondità alla storia.

Premio Chierici
assegnato dalle ragazze e dai ragazzi del Liceo Chierici di Reggio Emilia
The Steak di Kiarash Dadgar (Iran, Canada 2023)

Per la profondità del soggetto, l’attenzione meticolosa alla regia, la qualità della fotografia e la raffinata cura del suono. In soli otto minuti, il film riesce a capovolgere la nostra prospettiva e a scuotere la nostra passività di spettatori, spingendoci a riflettere su dove scegliamo di posizionarci di fronte al dolore altrui.

Premio SNCCI gruppo Emilia-Romagna
attribuito dalla giuria composta da Barbara Belzini, Luisa Ceretto e Gianluca Stanzani
The Steak di Kiarash Dadgar (Iran, Canada 2023)

Nell’intensità del racconto, che si dispiega in un quasi ininterrotto piano-sequenza, il regista è riuscito a condensare drammaticità e violenza che irrompono nella quotidianità di una madre e di sua figlia, sconvolgendone le vite. Avvalendosi di una scena fissa, il regista proviene infatti da esperienze nelle produzioni teatrali, dell’uso sapiente del sonoro, privo di dialoghi, unitamente a rimandi banksyani (Balloon Girl) e atmosfere artefatte alla Roy Andersson, lo spettatore diviene la quarta parete della narrazione, generando una stridente dicotomia teatro/finzione e guerra/realtà, entrambe frutto della mente dell’essere umano.

La giuria ha altresì assegnato una menzione speciale a
Been there di Corina Schwingruber Ilić (Svizzera, 2023)

per lo sguardo implacabile ma mai giudicante con cui racconta la violenza invisibile del turismo massivo e gli squilibri sociali di un contemporaneo dove nulla esiste se non viene ripreso e fotografato, dove non siamo stati in un luogo se non ci siamo immortalati in quel luogo. Una visione illuminante sui nostri comportamenti.

Premio Sound
assegnato al miglior cortometraggio che si distingue per un uso particolarmente originale ed espressivo del suono, sia esso musica, parola o rumore (in collaborazione con RCF)
Next? di Christel Guibert (Francia 2024).

Premio Alessandra Mizzi
assegnato da AIMA – Associazione Italiana Malattia Alzheimer Reggio Emilia
Somewhere in Between di Dahlia Nemlich (Francia 2023)

La giuria ha scelto questo corto perchè riesce ad essere al contempo intimo e corale, passando dalla scala coniugale a quella familiare, per arrivare fino al contesto della realtà Libanese, segnata dalla guerra, che non risparmia nessuno, aggiungendo il dramma nazionale a quello personale.
Il corto rappresenta in modo delicato e magistrale il rapporto tra marito e moglie, fatto d’affetto, di intesa, di piccoli gesti e di ricordi, intensi per lei, parziali per lui, ma non per questo meno importanti.
Alla sintonia che marito e moglie hanno conservato fa da contraltare il rapporto con la figlia, il cui modo di prendersi cura, pur mosso dal medesimo affetto, non riesce ad essere altrettanto efficace perchè manca della componente, fondamentale, dell’osservazione e dell’ascolto. La pellicola, cioè, rappresenta come l’approccio più giusto non sia necessariamente quello migliore, se considera la vita in termini di quantità e non di qualità.
Rappresenta, inoltre, la vita del caregiver principale che conserva il legame, profondo, in piccoli momenti che passano spesso inosservati, mentre vive il lutto, la perdita ed il distacco nel quotidiano, sentendo l’ultimo addio come un momento inevitabile del percorso, mentre per gli altri la perdita risulta improvvisa e istintivamente inaccettabile.
L’ evidente parallelismo tra la guerra, che devasta nonostante gli sforzi fatti per conservare e ricostruire, e la malattia, che distrugge e riduce la vita trascorsa insieme in frammenti, in vetri infranti, ben rappresenta la sensazione di impotenza e l’esigenza di lottare per conservare e trattenere tutto ciò che è importante.

Per le ragioni sopra espresse, per la bellezza delle immagini e per la poesia del racconto, riteniamo che questo lavoro non solo fotografi in modo efficace la condizione di chi si trova a confrontarsi con questa malattia, ma che possa anche diventare un utile strumento di elaborazione, offrendo moltissimi spunti di riflessione.

Premio FEDIC
assegnato al miglior corto italiano da parte della Federazione Italiana dei Cineclub
Benzina di Daniel Daquino (Italia 2023).

Premio Aosta
assegnato dalle ragazze e dai ragazzi della scuola Aosta
Estonie sur Seine di Roger Gariépy (Canada 2024)

Premio Leonardo
assegnato dalle ragazze e dai ragazzi della scuola Leonardo Da Vinci
Chat mort di Annie-Claude Caron e Danick Audet (Canada 2024)

Ad alcuni ha fatto impressione, ma in fondo il cortometraggio è divertente. E’ piaciuto molto perché fa ridere che la bambina parli in modo molto da “adulto” quando affronta il problema del gatto, e che i genitori pensano di aver convinto la figlia che il gatto sia vivo, mentre la figlia cerca di non ferire i loro sentimenti, come loro avevano provato a fare per lei.


Premi del concorso per giovani videomaker promosso dal Servizio Officina Educativa – Partecipazione Giovanile e Benessere del Comune di Reggio Emilia.

Primo premio: Right Line di Collettivo Frame
per la freschezza della messa in scena e la precisione formale con la quale è stato elaborato il tema dell’errore nel percorso creativo, attraverso una sapiente gestione dell’immaginario artistico.
Secondo classificato: Quando fuori piove di Luca Mallardo
Terzo classificato: Questo mondo non ha posto per me di Alan Giarnese
Menzione Speciale: Il prossimo di Everybody Collective

La giuria Unimore ha premiato Questo mondo non ha posto per me di Alan Giarnese e ha assegnato una menzione speciale a Right Line di Collettivo Frame.